Associazione Socio-Culturale il Castello San Martino - Piazza Principe Umberto Nr. 7 - 89029 San Martino di Taurianova (RC) 

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sulla sinistra la sig.na Vittoria Celano

insieme alla sig.ra Filomena Maiorca

 

comunione con mamma sig. celano.jpg

1964. foto ricordo prima comunione

l’Asilo della Signorina Vittoria Celano

di Anna Maria Fazzari

 

Siamo qui per ricordare la Signorina Vittoria Celano e con Lei cinquanta anni di storia di San Martino e di tutte quelle generazioni di bambini, oggi adulti, che si sono succedute sui banchi di quel luogo che tutti noi chiamavamo asilo, ma che in realtà è stato qualcosa di diverso ed ha segnato indelebilmente tutti noi aiutandoci a crescere.

Negli occhi dei bambini di allora, l’asilo non era solo un luogo dove trascorrere alcune ore, ma era un posto dove gli spazzi per il gioco si mescolavano con i momenti di studio ed anche di preghiera.

La Signorina Celano è stata una figura guida che trovava ispirazione dalla cultura cattolica di allora. Lei giunse a San Martino nei primi anni del dopoguerra, al seguito dello zio, il compianto arciprete Don Giulio Celano che, a quella epoca, era il parroco del paese. Dopo poco tempo iniziò a lavorare come educatrice di infanzia aprendo il primo asilo privato del paese.

Con il suo inseparabile cerchietto che le cingeva la fronte, con il particolare accento della sua voce, con la sua aria, apparentemente, austera e distaccata, la Signorina Celano resse per quasi cinquanta anni il suo asilo dove Lei stessa era allo stesso tempo educatrice, direttrice, sorvegliante, insegnate e quanto altro necessario.

Parlare della Signorina Celano era ed è la stessa cosa che parlare del suo asilo.

Le due cose si compenetravano indissolubilmente.

L’asilo della Signorina Celano, che poi era anche scuola primaria e doposcuola, è stato un riferimento per tutte quelle famiglie di lavoratori e lavoratrici di San Martino che non avevano la possibilità di accudire direttamente i propri figli durante le ore di lavoro.

Voglio ricordare che allora la società Sanmartinese era costituita prevalentemente da braccianti agricoli e da piccoli commercianti che, in un Italia che usciva malconcia dalla seconda guerra mondiale, faceva grossissimi sacrifici per sostenere le proprie famiglie.

Non era la società dell’opulenza di oggi, ma era una società contadina fortemente legata ai riti della terra e della religione, dove le famiglie avevano numerosi figli e dove, molto spesso, per sfuggire alla povertà o per poter costruire un futuro diverso la gente era costretta ad emigrare.

In questo contesto sociale l’asilo della Signorina era per le famiglie di San Martino un riferimento certo su cui poter contare oltre che per quanto riguarda la custodia dei propri figli anche per la loro formazione sia culturale che religiosa.

Nelle stanze dell’asilo della Signorina Celano le ore erano scandite dalle varie attività; c’era un orario per studiare, un orario per il gioco e anche un orario per guardare la televisione.

L’asilo, quindi, era aperto tutta la giornata, era un orario prolungato che ha anticipato di parecchi anni l’orario prolungato delle istituzioni pubbliche. E non poteva essere diversamente dato che le famiglie lavorando nelle campagne non avevano la possibilità di accudire diversamente i figli.

Ricordo con nostalgia l’asilo della Signorina Celano, e come me anche le altre persone che si sono sedute su quei banchi o che hanno trascorso delle ore di gioco nel giardino, rivivono con affetto alcuni momenti che altro non erano che dei momenti di vita che traevano origine dalla cultura contadina e cattolica di allora.

Mi riferisco a quando noi bambini partecipavamo ad attività quali quelli della preparazione delle conserve di pomodoro in estate o alla preparazione del presepe nel periodo di Natale.

E ricordo con gioia quando, sempre nel periodo natalizio, si giocava fino a tarda sera a quello che era il gioco tipico di quella festività: la tombola. Che nostalgia ricordare quelle cartelline di cartone, quelle lenticchie per segnare i numeri e quella atmosfera giocosa, ma nello stesso tempo ordinata e regolata come d’altronde ogni attività che si svolgeva nell’asilo.

Anche il gioco era importante per crescere e quindi anche nel gioco, come amava ricordare la signorina, l’ordine e le regole erano indispensabili.

Ricordo ancora i momenti in cui si pregava. Forse allora noi bambini li vivevamo come dei momenti che ci venivano sottratti al gioco, ma il cui ricordo oggi ha un sapore dolce nel rivedere quella stanza e quelle sedie su cui sedevamo per recitare il Rosario.

E ancora più dolce è il ricordo di quando dopo le sei di sera l’asilo ufficialmente chiudeva, ma in realtà si trasferiva nella stanza della Signorina.

Entrare in quella stanza era un privilegio riservato a quei bambini che dovevano rimanere ancora un po’ di tempo, prima che i loro genitori, tornati dal lavoro, venissero a prenderli. Intorno ad un braciere acceso l’asilo della Signorina Celano prendeva nuovamente vita nelle parole e nelle storie che Lei ci narrava.

In quella stanza, talvolta, faceva la sua comparsa un'altra figura indimenticabile della nostra infanzia. La Signorina Gemma, sorella della nostra Signorina, è stata una donna che noi bambini guardavamo un po’ intimoriti, ma nello stesso tempo con molta curiosità.

La sua estrosità, la sua fantasia ci rivelavano l’esistenza di un mondo diverso che pulsava al di fuori dei confini del nostro paese. Allora noi bambini, ma anche gli adulti di San Martino, non riuscivamo a capire e di conseguenza ad accettare. Forse in un altro contesto sociale e storico l’estrosità di quella dama di altri tempi con i suoi fantasiosi cappellini  sarebbe stata considerata genialità.

Anche questo era l’asilo della Signorina Celano che con la sua superba semplicità ha trasmesso per quasi cinquanta anni a diverse centinaia di bambini di San Martino i valori religiosi e sociali fondamentali di una comunità che nel frattempo stava lentamente, ma inesorabilmente cambiando.

Se molti di noi bambini di quel tempo abbiamo dei riferimenti culturali, religiosi e sociali lo dobbiamo anche alla Signorina Celano che negli anni ha sempre di più perfezionato, forse senza nemmeno saperlo, un personale metodo didattico di cui oggi, purtroppo, se ne sta perdendo la memoria.

Oggi ricordando la morte della Signorina Celano siamo ancora più consapevoli che è scomparso anche un pezzo di storia del nostro paese e senza dubbio un pezzo della nostra vita.

Ma se alla scomparsa della Signorina Celano si accompagnasse anche la perdita della memoria di quello che Lei è stata e di quello che ha rappresentato per San Martino il suo asilo la perdita sarà ancora più profonda e grave.

È importante che, insieme, l’intera comunità di San Martino trovi il modo con cui ricordare e perpetrare gli insegnamenti e i valori, sia religiosi che sociali, di cui la Signorina Celano era paladina.

Potrebbe essere questa un occasione di rinascita sociale e culturale del nostro Paese e così, l’asilo della Signorina Celano continuerebbe ancora ad accogliere e formare le future generazioni.

 

discorso tenuto in chiesa, da Anna Maria Fazzari, la sera del 3 maggio 2006 ad un mese della scomparsa della Signorina Vittoria Celano

 

 

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