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Cenni storici sulla Chiesa di San Martino di Isabella Loschiavo Prete

La Chiesa di San Martino intestata a Maria della Colomba

di Isabella Loschiavo Prete

 

Fino al terremoto del 1783 San Martino ebbe una grande rinomanza e ricoprì economicamente un ruolo importante presentando gli stessi problemi sociali e politici dei casali di Radicena e di Jatrinoli.

Il terremoto del 1783 distrusse San Martino e dai registri parrocchiali si desume che San Martino venne ricostruito in un altro sito, cioè non nella località Amella dove si trovava prima del terremoto, bensì nella contrada “L’Abbadia”.

Consultando gli atti delle visite pastorali e i documenti dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria, apprendiamo che, dopo il terremoto, venne ricostruita la Chiesa parrocchiale. Il vescovo De Lorenzo, visitando la Chiesa neI 1891, scrive: “Essa fu fondata dalla principessa di Gerace sotto il titolo di Santa Maria della Colomba. Il patrono della medesima Chiesa è San Martino vescovo”. Inoltre annota: “Nessuna festa si solennizza e neppure nelle messe, nell’ufficio abbiamo alcuna commemorazione. Tal fu sempre in pratica ab antiquo. La festa del patrono si solennizza a concorrenza dei fedeli del parroco e del delegato sindaco di questo sottocomune e formalmente approvata tacita mente dal sindaco titolare di Jatrinoli. Essi procuratori danno sommariamente un conto ma non preciso fidando nella loro coscienza credendoli il pubblico di ottima morale. La festa è detta patronale che si celebra una volta l’anno e propriamente la domenica che segue il II novembre di ogni anno. La parrocchia in atto è investita legalmente dal parroco Francesco Albanese. In detta parrocchia non trovasi alcun monte di pietà, fu assegnato per concorso ad Albanese nel dicembre del 1873. Il numero è di circa 800, in detta parrocchia esisteva un beneficio rivendicato dal Comune di Jatrinoli ,il quale dà L.200 al sacerdote Carmelo Brancati per adempiere il peso delle messe festive. Nell’ambito di detta parrocchia esiste una Chiesa rurale di proprietà del marchese Gagliardi.

La Chiesa parrocchiale di San Martino non è stata giammai consacrata e si suppone semplicemente benedetta. La forma è rettangolare e senza nave”.

Il terremoto del 1908 danneggiò la Chiesa, come risulta da una lettera inviata dal parroco Giulio Celano, del 2 febbraio, indirizzata al Ministro dei lavori pubblici. Il parroco scriveva:

“Dalla Commissione centrale, istituita con l’art. 286 del regolamento generale della legge 25 giugno n.255 sui provvedimenti a favore della Calabria, fu concesso a questa Chiesa un sussidio di L.500 per riparazioni allora fatte per la conseguenza del disastro del 28 dicembre 1908, la pratica quasi espletata per esigere le somme accordate dal Governo andò dispersa nella Cassa Comunale di Jatrinoli. Quindi mi rivolgo umilmente all’on. S.V e la supplico a voler ripristinare la procedura per il pagamento del detto sussidio.” La richiesta del parroco ebbe i suoi effetti positivi, come risulta dalla deliberazione consiliare del 24 aprile 1914.

Il regio Commissario del Comune di Jatrinoli, sig. Barretta Luigi, assistito dal segretario del Comune Miceli Francesco, dopo aver vagliato che, il 2 agosto 1911, e il 25 ottobre successivo, si era stabilito di “impostare nel bilancio dell’esercizio 1912 la somma occorrente per la ricostruzione del campanile della Chiesa parrocchiale della frazione di San Martino, dando incarico al Sindaco di fare eseguire il relativo progetto d’arte da persona competente in materia, deliberò di dare incarico al geometra Ignazio Ascioti”.

In un primo momento era stato incaricato l’ing. Gastone de Viscawer che aveva rifiutato con le seguenti motivazioni: “Non posso concordare con la S.V nell’idea di presentare il solo progetto dell’edificazione del campanile che è accessorio della Chiesa di Santa Maria della Colomba, mentre che le condizioni generali della stessa non presentano la sicurezza voluta contro le ripetute scosse sismiche che si sono verificate in questi giorni, ecco perché mi preoccupo di non assumere una così grave responsabilità, perché potrei essere trascinato in penose conseguenze.

Conseguentemente a questa lettera, il Commissario, di cui sopra, decise di far riparare tutta la Chiesa parrocchiale della frazione di san Martino che allora contava una popolazione di 1000 abitanti. Stabili pertanto di pagare il compenso per la redazione di un progetto e di liquidano in base alle tariffe degli ingegneri e architetti della provincia di Napoli, in due rati uguali: l’una a presentazione del progetto stesso e l’altra dopo che sarebbero state introdotte tutte le variazioni e modificazioni, ritenute necessarie dall’autorità superiore. Si impegnava, inoltre, di far fronte al pagamento della spesa sopracitata con la stessa somma che sarebbe stata corrisposta dallo Stato al Comune sui proventi dell’addizionale, di cui alla legge 12 gennaio i 909, n. 12 e successive, la deliberazione venne resa esecutiva il 12 maggio 1914 in quanto, affissa all’albo, non aveva avuto contestazioni”.

Nel 2000 la chiesa è stata completamente restaurata, in futuro verranno descritti tutti i lavori che sono stati eseguiti.

 

Galleria Fotografica Chiesa di San Martino

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Chiesa di San Martino

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Campanile

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Altare principale

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Altare principale

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Altare Principale

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Cantoria dove si nota in particolare il tetto che è stato ideato, progettato e realizzato dal sammartinese Vittorio Melara

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Lato destro

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Lato sinistro

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Lato destro

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lato sinistro

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Quadro Madonna del Carmelo incastonato nel tetto

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Altare Crocefisso

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Altare San Martino

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Altare San Giuseppe

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Altare Cure di Gesù

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Altare Sant'Antonio

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Particolare Statua di San Martino

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Statua di San Martino piccola o meglio conosciuta come

"Statua i Santumartinedu"

 

 

 

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