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La statua di San Martino del Varapodiese Francesco De Lorenzo

La Statua del San Martino
di rocco carpentieri

La ricostruzione storica sull’origine della statua del Patrono San Martino di Tours che veneriamo nella nostra chiesa, richiede una riflessione particolare data la scarsità di documenti che ne attestano con certezza la sua origine e la sua fattura. Infatti relativamente a tale problematica delle origini nulla di scritto è stato rinvenuto nell’archivio storico della Diocesi di Mileto, pertanto è necessario fare alcune importanti considerazioni legate principalmente alla tradizione orale di fedeli e cittadini mediante la quale è possibile elaborare qualche ipotesi per risalire alla data probabile di quando fu scolpita e sul suo autore.
Sappiamo con certezza che la statua fu commissionata dai fedeli di San Martino verso la metà del XIX secolo ad uno scultore del legno con bottega nella vicina Varapodio di nome: Francesco De Lorenzo. Dai documenti in nostro possesso sappiamo che questo scultore nacque a Varapodio il 15 gennaio 1807 da Domenico e Nicolina Morabito e il 24 settembre del 1831, all’età di 24 anni, fu ordinato sacerdote. Dal 1850 al 1854 fu parroco della chiesa di San Nicola suo paese natale. Gli impegni che derivavano dalla sua attività di sacerdote non gli impedirono di dedicarsi alla lavorazione artistica del legno, infatti nelle adiacenze della chiesa di San Nicola aveva allestito una bottega per scolpire le sue statue utilizzando il legno di ulivo facilmente reperibile essendo una risorsa inesauribile del territorio locale, con la caratteristica principale che il legno di ulivo è uno dei più duri e compatti che si conosca.1
La statua del San Martino fu ordinata presumibilmente allo scultore Varapodiese intorno al 1862 ed in quel periodo la Parrocchia era guidata dal sacerdote taurianovese don Antonio Drago. Si presume che l’anno di commissione sia il 1862, dal momento che, come riporta uno studio di Domenico Caruso si ha per memoria storica che il De Lorenzo impiegò circa tre anni per scolpirla nel duro legno di olivo e poi dipingerla2. Racconti popolari tramandati per via orale, riferiscono che gli abitanti di San Martino andarono a ritirare la statua con un carro trainato da due pariglia di buoi in occasione della festa del patrono del 1865 e quando si presentarono alla bottega del De Lorenzo, l’artista Varapodiese, si era talmente affezionato alla sua opera che quasi rifiutava l’idea di consegnarla al punto che non si voleva staccare da quella statua così bella, tanto che s’ammalò e morì3. Ancora oggi si raccontano due aneddoti rimasti vivi e famosi nella memoria storia della nostra cittadina. Si racconta per primo che il De Lorenzo passava ore e ore a contemplare la meravigliosa statua lignea tanto da chiedere alla statua: Martino perché non parli? Il secondo aneddoto racconta che lo scultore si affacciò alla porta della sua bottega e mentre la statua di San Martino lasciava Varapodio, il De Lorenzo esclamò: Martino tu vai via ed io muoio.
Presso l’archivio del Comune di Varapodio è stato rintracciato l’atto di morte del De Lorenzo datato 13 febbraio 1866 dal quale si evince che morì a Varapodio la sera del 12 febbraio del 1866 all’età di 59 anni. Vista la data di morte, possiamo affermare con certezza che iniziò a scolpire la statua nel 1862 – 63, quindi tre anni prima della sua scomparsa e che molto probabilmente terminò i lavori di rifinitura tra la fine del 1865 e l’inizio 1866 anno in cui morì.
È da mettere in evidenza che la statua del nostro Patrono è rimasta danneggiata da un incendio la notte del 25 dicembre 1976 e fu restaurata nel 1977. I colori pastello originali della statua furono modificati totalmente, come pure si presume sia stato sostituito il povero rappresentato ai piedi del santo.




1)    Antonino De Masi “Varapodio Ieri e Oggi”, anno 1990, pag. 443.
2)    Domenico Caruso “Storia e Folklore Calabrese”, anno 1988 pag. 97.
3)    Idem op. cit. “Storia e Folklore Calabrese”

 

 

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